La Rosa di Turi

Antonio Sebastiano Francesco Gramsci, nato ad Ales  provincia di Oristano il 22 gennaio 1891 e morto a Roma il 27 aprile 1937 .Nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista d’Italia, divenendone segretario e leader dal 1924 al 1927. Nel 1926 fu arrestato e incarcerato dal regime fascista. Nel 1934, in seguito al grave deterioramento delle sue condizioni di salute, ottenne la libertà condizionata e fu ricoverato in clinica a Roma, dove trascorse gli ultimi anni di vita. Considerato uno dei più importanti pensatori del XX secolo, nei suoi scritti, tra i più originali della tradizione filosofica marxista, Gramsci analizzò la struttura culturale e politica della società. Elaborò in particolare il concetto di egemonia, secondo il quale le classi dominanti impongono i propri valori politici, intellettuali e morali alla società, con l’obiettivo di saldare e gestire il potere intorno a un senso comune condiviso da tutte le classi sociali, soprattutto quelle subalterne.

Gramsci scontò nel 1926 un periodo di detenzione nel carcere pugliese di Turi e scrisse una poesia intitolata appunto La rosa di Turi. E’ intensa come può esserlo parlare alla donna che si ama tra le pareti di un carcere e ci mostra un lato di vulnerabilità sentimentale e personale di un uomo dalle forti convinzioni politiche.

La canzone dei Radiodervish ha delle parti in arabo di cui riportiamo la traduzione tra parentesi.

“La Rosa di Turi” 

Testo

Sai da un anno in qua
a cicli eterni le stagioni
sono in me
aspetto che
compagni ed angeli si uniscano con me.
Sollevo gli occhi all’improvviso
Vedendo boschi intorno a me
Andare in sogno oltre il soffitto
Senza dimenticare che…

Sai la rosa si è
Completamente ravvivata
Anche se da un anno in qua
Racconti e favole li ascolto dentro me
Chiudere gli occhi all’improvviso
Sentendo boschi intorno a me
E se lo spazio non esiste
Il tempo è carne e credo che
Atomi e vuoto sono in me
La mente è debole per chi
Distintamente come noi
Nuota in un mare che non c’è
Ancora hashish

(Sono passati da me
E mi hanno raccontato
Sulla via per Baghdad
Hassan
Una papera e una colomba
E mi hanno raccontato)

Sai fingendo immobile nei granuli distanti
Pochi secoli in silenzio
Ho contato cento sputi
E sono qua
Ora che il caldo annuncia il gelo
Fragile brezza su di me
La rosa è viva
Certamente
Dopo la neve fiorirà
Atomi e vuoto sono in me
La mente è debole per chi
Distintamente come noi
Nuota in un mare che non c’è
Ancora hashish

(Sono passati da me
E mi hanno raccontato
Sulla via per Baghdad
Hassan
Una papera e una colomba
E mi hanno raccontato)

(Viaggio con la mia anima
Giro con la mia anima
Viaggio all’infinito)

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